Fattoria del Gerbone

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I rilievi archeologici dell'antica fattoria del Gerbone hanno confermato che si tratta di un insediamento rurale il cui stabile principale è stato costruito in tre fasi differenti: la prima nel 1400, la seconda nel 1600 e l'ultima aggiunta nel 1700. Nel 1666, Domenico Lanfranchini lasciò nel suo testamento un legato a favore della gente di Vezia; il fondo fu amministrato dalla Vicinìa prima e in seguito dal Patriziato di Vezia per 300 anni. Nel 1962, il legato venne trasformato in Fondazione Lanfranchini Domenico - FLD, emanazione del Patriziato.

Lo scopo del legato è riassunto nella celebrazione di tre messe a settimana in perpetuo e profitti derivanti da terreni e immobili da destinare per le migliorie degli stessi e in opere benefiche per la popolazione.

Una delle iscrizioni ancora presente all'interno della vecchia fattoria e che risale al 1699 cita:

Annona perpetua pauperum ac miserabilum universitatis Vetiae - produzione annuale eterna per i poveri indigeni della comunità di Vezia.

Come il complesso dell'Oratorio della Madonna delle Grazie in San Martino, anche la fattoria del Gerbone è stata inserita nell'inventario dei beni culturali, a differenza dell’Oratorio tutelata però a livello locale e non cantonale.

Nell'autunno del 2015, la Fondazione Lanfranchini Domenico prese contatto con la Fondazione OTAF, che si occupa dell'integrazione sociale di persone con handicap fisici e psichici, per proporre la vecchia fattoria come luogo ideale per insediare il nuovo laboratorio agricolo. A partire dal 2024, a ristrutturazione terminata, gli ospiti, oltre a coltivare ortaggi, piante officinali e da frutto, accudiranno un pollaio per la produzione di uova e delle arnie per il miele. Nelle nuove stalle saranno ospitati due cavalli che permetteranno agli utenti di praticare l'ippoterapia. Durante la stagione più fredda sarà a disposizione una falegnameria per la lavorazione del legno.

Il progetto è stato pensato per occupare gli ospiti in ogni periodo dell'anno, in un sito pieno di storicità, legato al territorio e in coesione con i suoi abitanti. La porta nord di Lugano rappresenterà uno splendido biglietto da visita per il nostro comprensorio e la Fondazione OTAF.

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