Vezia

Sotto la dominazione Svizzera, Vezia, con altri comuni come Morcote e Vico Morcote, Carona, Sonvico, Monteggio, Ponte, Carabietta e Ponte Tresa, nel baliaggio di Lugano era considerata terra separata, cioè autonoma disponendo di autoamministrazione e autorità proprie. Il console godeva di notevoli poteri nella giurisdizione civile e in parte in quella criminale semplice. Egli giudicava in primo grado. Le "cause maleficiose" invece, cioè quelle punite con pene corporali o capitali, erano di pertinenza del Capitano reggente di Lugano. I ricorsi nelle cause civili passavano direttamente dal Console al Sindacato, mentre nelle cause criminali al Capitano. Vezia era anche esente del tributo annuo da versare al Sindacato. Solo in caso di spese in tempo di guerra o di peste doveva pagare una certa somma alla Comunità di Lugano. Il comune doveva anche contribuire al sostentamento della Chiesa Collegiata e Plebana di San Lorenzo di Lugano. Questo antico e mal sofferto aggravio gli fu tolto assieme ad altri comuni nel 1686.

Vezia si divideva nell'Ottocento in Vezia di dentro e Vezia di fuori. Già in un documento del 1591 si ricorda che attorno o nelle vicinanze di San Martino risiedevano 18 famiglie e che la comunità di Vezia era divisa in tre parti (frazioni): la prima parte sicuramente sul colle di San Martino, la seconda ravvisabile nel nucleo storico e la terza nell'attuale Cà del Caccia.

Verso la metà del 1800 Vezia contava 270 anime (ad oggi circa 2000). Il villaggio era allora ancora inserito nella civiltà rurale: circondata da vigneti, campi e pascoli, con stalle e masserie e il territorio era dei più pingui e dei meglio coltivati del distretto. 

La storia e l'uomo ne hanno mutato il volto. Solo il nucleo storico con le case tutte vicine le une alle altre riflettono nell'insieme e permettono al contempo di percepire ancor oggi i lontani echi del passato.

Cfr: Pubblicazione "Vezia - Terre di Sotto", gennaio 2013

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